19 dicembre 2009

Dummy

Tutti i genitori desiderano che i propri figli sappiano esprimersi (ovvero che siano in grado di chiedere quando hanno bisogno e di parlare di ciò che sentono). Purtroppo molte volte si aspetta che il bambino cominci a sviluppare il linguaggio verbale per insegnargli questa capacità fondamentale; invece le radici della possibilità di espressione si pongono nella prima infanzia, quando i bambini iniziano a "parlare" con noi grazie ai loro piccoli versi.
Tenendo presente queste cose considerate quindi cosa succede quando in risposta al pianto del bambino una mamma lo attacca sempre e comunque al seno o gli mette un ciuccio in bocca: così facendo non solo gli toglie la possibilità di esprimersi, rendendolo praticamente muto (ecco perchè noi inglesi chiamiamo il ciuccio "dummy", che significa appunto muto, silenzioso), ma senza volerlo lo abitua a non chiedere aiuto.


Tratto da "Il linguaggio segreto dei neonati" di Tracy Hogg

12 dicembre 2009

Papà

Caro papà, calde e forti sono le tue mani mentre accarezzi la pancia della mamma e io, dentro, mi sento blandire dalla grandezza del suo sentimento.
Sono dolci coccole che sento e mi dicono: ciao tesoro mio, sono il tuo papà e ti sto aspettando.
Grande è la mia gioia e muovendomi ti tiro un calcetto.
Oh no, ti prego resta! Ma cosa dici?… Non è vero che mi dai fastidio… ti prego continua!
Com’è possibile che tu mi dia noia!
Com’è possibile che io non ti riconosca!
E’ assurdo pensare che io non ti accetti, ricordi?... per metà sono te!
Sono fatto della tua stessa sostanza, della tua stessa essenza.
Accarezzami ancora, parlami io ti ascolto.
Certo che per la mamma è più facile intuirmi, sentirmi, ma non pensare di essere così lontano da noi; anzi ti confido una cosa: quando tu l’abbracci, l’aiuti in casa, le dai dei baci, le fai regali, le fai le coccole, insomma quando lei, grazie a te, è contenta, le viene una specie di “formicolio” nel cuore.
Sai io me ne accorgo perché il suo cuore è un po’ più su, appena sopra di me.
Quel “formicolio” pian piano scende e fa brillare tutto il mio liquido… è una sensazione bellissima e la devo a te.
Allora penso che sarà molto bello nascere in una famiglia con un papà e una mamma come voi e che il destino è stato molto generoso con me.
Cammineremo insieme per un lungo tratto della nostra vita, a volte andremo spediti in discesa, altre arrancando in salita, ma comunque avrò la mia mano nella vostra e sarò sorretto.
Continua allora ad accarezzarmi e parlami avendo la certezza che io ti sono grato e che so che il mio papà già da ora.
In attesa di quel giorno che, con dolore, angoscia e paura io nascerò, tu sarai lì sostenendo e dando così forza a noi: io e la mamma.
Sarai lì con lei per celebrare e festeggiare la mia venuta al mondo.
Immensa sarà allora la felicità dell’incontro, sbigottito sarà nel riconoscere l’odore della mamma, il battito del suo cuore, la sua voce, meravigliato di sentire la tua mano su di me; ammiccando con gli occhi che per la prima volta vedranno “il fuori” riconoscerò la sagoma del volto della mamma e del tuo volto e sarà… Amore!
Caro papà, calde e forti sono le tue mani che amorevoli vigilano fin da ora, su di me.

Con amore, il tuo Angelo