16 novembre 2009

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"Finalmente a casa:
Il primo consiglio è: caaaaalmarsi. Ci vuole tempo per conoscere il proprio bambino. Ci vogliono pazienza ed un'atmosfera tranquilla. Ci vogliono forza e resistenza, responsabilità e disciplina. Ci vogliono attenzione e capacità di osservazione, tempo e pratica. Occorre sbagliare molto, prima di far bene. E bisogna ascoltare il proprio intuito. Mano a mano, vi tranquillizzerete. Diventerete più sicuri. Per ora però, dovete diminuire un po' le vostre aspettative. Avrete giorni buoni e gioni meno buoni: siate preparati in entrambi i casi e non mirate alla perfezione.
Cominciate a dialogare con il vostro bambino mostrandogli la sua nuova casa. Dunque camminate per la casa tenendolo in braccio e mostrategli dove vivrà. Parlate con lui. Con voce dolce e gentile descrivete ogni stanza: "Questa è la cucina. E' dove io e papà facciamo da mangiare. Qui c'è il bagno, dove facciamo la doccia". E così così via. Può darsi che vi sentiate sciocchi: molti neogenitori sono intimiditi quando iniziano a parlare con il proprio bambino. E' normale. Fate pratica e vi sorprenderete di quanto vi verrà facile.
Mentre camminate, dite al papà o alla nonna che vi preparino una camomilla, un tè o un'altra bevanda calmante. Il tè, ovviamente, è la mia bevanda preferita. Al mio paese, quando una mamma torna a casa dall'ospedale, c'è sempre qualcuno che spunta dalla porta accanto e mette su un brico per il tè. E' un'usanza molto inglese e molto civile."

Tratto da "Il linguaggio segreto dei neonati" di Tracy Hogg



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