"Quando i genitori mi chiedono di aiutarli a capire perché il bambino piange o fa i capricci, so che entrambi sono in ansia e desiderano che io faccia qualcosa immediatamente. Ma con loro grade sorpresa, dico sempre: “Fermi. Cerchiamo di capire cose sta succedendo”.
Per prima cosa faccio un passo indietro per poter osservare la situazione: i movimenti del piccolo (come muove le braccia e le gambe? Come piange?), l’atmosfera (che rumori ci sono nella stanza? Che temperatura?), i visi di mamma e papà (hanno l’aria nervosa, stanca, arrabbiata?).
Poi aspetto. Voi non vi intromettereste in una conversazione fra persone adulte senza sapere esattamente che cosa è stato detto, no? Stareste un attimo in silenzio per capire se è il momento giusto per intervenire.
Troppo spesso invece gli adulti tendono a buttarsi a capofitto: fanno versetti al bambino, lo cullano, gli tolgono il pannolino, gli fanno i versetti, lo scuotono,parlano a voce alta o troppo velocemente. Pensano che sia lui a richiederlo, ma non è così. In realtà vanno per la loro strada senza pensare e a volte, agendo sulla base del proprio disagio invece di rispondere ai bisogni del bambino, non fanno che aumentare le difficoltà."
Tratto da "Il linguaggio segreto dei neonati" di Tracy Hogg
29 novembre 2009
28 novembre 2009
27 novembre 2009
Strange World
"Di solito cerco di aiutare i neogenitori a mettersi nei panni dei loro piccoli spiegando che un neonato è come un visitatore proveniente da una paese straniero. Li invito ad immaginarsi in un viaggio attraverso una terra strana ma senza dubbio molto affascinante; certo, il paesaggio è bello, la gente calda ed amichevole: basta guardarla negli occhi, leggere i loro volti sorridenti. Ma ottenere ciò di cui si ha bisogno può risultare molto frustante.
Pensate di entrare in un ristorante e di chiedere: “Scusi, dov’è il bagno?” e immaginatevi che il cameriere vi conduca ad un tavolo apparecchiato dove campeggia un enorme piatto di spaghetti; oppure, al contrario, avete voglia di un buon pranzo e vi portano alla toilette!
Dal momento in cui vengono al mondo, è così che i neonati si sentono"
Tratto da "Il linguaggio segreto dei neonati" di Tracy Hogg
Pensate di entrare in un ristorante e di chiedere: “Scusi, dov’è il bagno?” e immaginatevi che il cameriere vi conduca ad un tavolo apparecchiato dove campeggia un enorme piatto di spaghetti; oppure, al contrario, avete voglia di un buon pranzo e vi portano alla toilette!
Dal momento in cui vengono al mondo, è così che i neonati si sentono"
Tratto da "Il linguaggio segreto dei neonati" di Tracy Hogg
16 novembre 2009
Home
"Finalmente a casa:
Il primo consiglio è: caaaaalmarsi. Ci vuole tempo per conoscere il proprio bambino. Ci vogliono pazienza ed un'atmosfera tranquilla. Ci vogliono forza e resistenza, responsabilità e disciplina. Ci vogliono attenzione e capacità di osservazione, tempo e pratica. Occorre sbagliare molto, prima di far bene. E bisogna ascoltare il proprio intuito. Mano a mano, vi tranquillizzerete. Diventerete più sicuri. Per ora però, dovete diminuire un po' le vostre aspettative. Avrete giorni buoni e gioni meno buoni: siate preparati in entrambi i casi e non mirate alla perfezione.
Cominciate a dialogare con il vostro bambino mostrandogli la sua nuova casa. Dunque camminate per la casa tenendolo in braccio e mostrategli dove vivrà. Parlate con lui. Con voce dolce e gentile descrivete ogni stanza: "Questa è la cucina. E' dove io e papà facciamo da mangiare. Qui c'è il bagno, dove facciamo la doccia". E così così via. Può darsi che vi sentiate sciocchi: molti neogenitori sono intimiditi quando iniziano a parlare con il proprio bambino. E' normale. Fate pratica e vi sorprenderete di quanto vi verrà facile.
Mentre camminate, dite al papà o alla nonna che vi preparino una camomilla, un tè o un'altra bevanda calmante. Il tè, ovviamente, è la mia bevanda preferita. Al mio paese, quando una mamma torna a casa dall'ospedale, c'è sempre qualcuno che spunta dalla porta accanto e mette su un brico per il tè. E' un'usanza molto inglese e molto civile."
Tratto da "Il linguaggio segreto dei neonati" di Tracy Hogg
Il primo consiglio è: caaaaalmarsi. Ci vuole tempo per conoscere il proprio bambino. Ci vogliono pazienza ed un'atmosfera tranquilla. Ci vogliono forza e resistenza, responsabilità e disciplina. Ci vogliono attenzione e capacità di osservazione, tempo e pratica. Occorre sbagliare molto, prima di far bene. E bisogna ascoltare il proprio intuito. Mano a mano, vi tranquillizzerete. Diventerete più sicuri. Per ora però, dovete diminuire un po' le vostre aspettative. Avrete giorni buoni e gioni meno buoni: siate preparati in entrambi i casi e non mirate alla perfezione.
Cominciate a dialogare con il vostro bambino mostrandogli la sua nuova casa. Dunque camminate per la casa tenendolo in braccio e mostrategli dove vivrà. Parlate con lui. Con voce dolce e gentile descrivete ogni stanza: "Questa è la cucina. E' dove io e papà facciamo da mangiare. Qui c'è il bagno, dove facciamo la doccia". E così così via. Può darsi che vi sentiate sciocchi: molti neogenitori sono intimiditi quando iniziano a parlare con il proprio bambino. E' normale. Fate pratica e vi sorprenderete di quanto vi verrà facile.
Mentre camminate, dite al papà o alla nonna che vi preparino una camomilla, un tè o un'altra bevanda calmante. Il tè, ovviamente, è la mia bevanda preferita. Al mio paese, quando una mamma torna a casa dall'ospedale, c'è sempre qualcuno che spunta dalla porta accanto e mette su un brico per il tè. E' un'usanza molto inglese e molto civile."
Tratto da "Il linguaggio segreto dei neonati" di Tracy Hogg
14 novembre 2009
Respect
"Ogni bambino è una persona, con un linguaggio, dei sentimenti e una personalità unici, e per questo motivo merita rispetto.
Sul vocabolario la definizione del verbo "rispettare" è "evitare violazioni o interferenze".
Come vi sentireste voi se qualcuno parlasse mentre voi parlate o vi toccasse senza il vostro permesso? Se le cose non vi vengono spiegate correttamente o se qualcuno vi tratta con mancanza di garbo, non vi sentireste forse feriti o irritati?
Ogni volta che vedo un neonato per la prima volta, mi presento sempre e gli piego perchè sono lì.
A volte una mamma mi dice: "Perchè gli parli in quel modo? Ha solo 3 giorni, non è in grado di capirti".
"Be'" ribatto "non lo sappiamo con certezza, tesoro. Immagina come sarebbe terribile se lui mi capisse e io non gli parlassi ".
Tratto da "Il linguaggio segreto dei neonati" di Tracy Hogg
Sul vocabolario la definizione del verbo "rispettare" è "evitare violazioni o interferenze".
Come vi sentireste voi se qualcuno parlasse mentre voi parlate o vi toccasse senza il vostro permesso? Se le cose non vi vengono spiegate correttamente o se qualcuno vi tratta con mancanza di garbo, non vi sentireste forse feriti o irritati?
Ogni volta che vedo un neonato per la prima volta, mi presento sempre e gli piego perchè sono lì.
A volte una mamma mi dice: "Perchè gli parli in quel modo? Ha solo 3 giorni, non è in grado di capirti".
"Be'" ribatto "non lo sappiamo con certezza, tesoro. Immagina come sarebbe terribile se lui mi capisse e io non gli parlassi ".
Tratto da "Il linguaggio segreto dei neonati" di Tracy Hogg
13 novembre 2009
Quelli che...
Ecco un florilegio di frasi che vi toccherà sentire nel secondo trimestre... coraggio!
Quelli che... da dietro sei uguale (Peccato che io non cammini come i gamberi).
Quelli che... sei diventata ancora più bella (Ipocriti).
Quelli che... solo 4 chili? Brava, ma vedrai che il prossimo mese esplodi (Si, ti piacerebbe, eh?).
Quelli che... non accavallare le gambe che si attorgiglia il cordone ombelicale (Scusa? Il medioevo è finito, lo sai?)
Quelli che... ah, è una femmina? Bhè, dai, magari il secondo è maschio (Cos'è, tipo "non hai vinto, ritenta?")
Quelli che... posso toccare la pancia, che porta fortuna? (Ma non è mica una gobba!).
Tratto da"Bimbo a bordo - come sopravvivere con stile alla gravidanza" di Barbara Sgarzi
Quelli che... da dietro sei uguale (Peccato che io non cammini come i gamberi).
Quelli che... sei diventata ancora più bella (Ipocriti).
Quelli che... solo 4 chili? Brava, ma vedrai che il prossimo mese esplodi (Si, ti piacerebbe, eh?).
Quelli che... non accavallare le gambe che si attorgiglia il cordone ombelicale (Scusa? Il medioevo è finito, lo sai?)
Quelli che... ah, è una femmina? Bhè, dai, magari il secondo è maschio (Cos'è, tipo "non hai vinto, ritenta?")
Quelli che... posso toccare la pancia, che porta fortuna? (Ma non è mica una gobba!).
Tratto da"Bimbo a bordo - come sopravvivere con stile alla gravidanza" di Barbara Sgarzi
11 novembre 2009
Arriva... AGATA!!!
Agata nella pancia 1
Agata nella pancia 2
LUNEDì PICCIN PICCINA,
MARTEDì UN PO' PIU' GRANDINA,
MERCOLEDì SUCCHIAVA LE DITA,
GIOVEDì NE FU PENTITA,
VENERDì MOSTRO' UN DENTINO,
MANGIO' SABATO UN CROSTINO,
LE SCARPETTE SI ALLACCIO',
LA DOMENICA CAMMINO'.
Agata nella pancia 2
LUNEDì PICCIN PICCINA,
MARTEDì UN PO' PIU' GRANDINA,
MERCOLEDì SUCCHIAVA LE DITA,
GIOVEDì NE FU PENTITA,
VENERDì MOSTRO' UN DENTINO,
MANGIO' SABATO UN CROSTINO,
LE SCARPETTE SI ALLACCIO',
LA DOMENICA CAMMINO'.
08 novembre 2009
Ommioddio... siamo incinti!!!
"Quando, esattamente quattro anni fa, dopo il parto, portarono a Elasti-mamma lo gobbi grande per le presentazioni ufficiali lui aveva gli occhi neri come tunnel e lo sguardo interrogativo e penetrante di chi chiede certezze. Elasti-mamma era atterrita e di certezze ne aveva una sola: “Io non sono capace”.
Aveva anche alcuni quesiti da porre a questo nano tutto nuovo:
1- Cos’hai da guardare?
2- Cosa vuoi da me?
3- Dove sono le istruzioni per l’uso (ce le ha il Minipimer perché tu no?)
4- Perché non sei rimasto dentro che stavamo tanto bene?
E poi Elasti-mamma piangeva. Piangeva quando mangiava, piangeva quando gli cambiava il pannolino, piangeva quando andava a dormire, piangeva quando lui piangeva. Piangeva sempre. E si sentiva un’idiota. “Sarà normale?” si chiedeva senza sosta.
Un giorno, dopo parecchio tempo, capì che era normale.
Perché avere un figlio è una delle imprese più eroiche che si possano compiere.
Perché avere un figlio è un salto nel buio, un tuffo in un’altra dimensione.
Perché avere un figlio cambia te e la tua visione del mondo.
Perché avere un figlio è una pazzia bella e buona, è un atto di amore e di egoismo, è una vertigine di onnipotenza, è un delirio di immortalità.
Perché avere un figlio è un atto di fiducia verso la vita e verso il genere umano.
E quando questo figlio arriva, minuscolo, inconsapevole e urlante, tu non sei l’eroina che avevi sognato, non sei la Lara Croft di Tomb Raider, bella, invincibile e pronta a conquistare il mondo. Quando la follia ha inizio, quando il gioco si fa duro, quando ti affacci su questa impresa titanica, sei sfinita, hai la pancia molle, i punti che ti tirano, un seno enorme da cui sgorga latte, gli ormoni impazziti e un marito/compagno/fidanzato con un sorriso ebete stampato sul viso.
A volte ricordarsi che sei donna e che un uomo, al posto tuo, non ce la farebbe mai, può essere d’aiuto. "
Tratto da "Nonsolomamma" di Claudia De Lillo.
Ebbene si.... SIAMO INCINTI!!! A fine febbraio saremo in Tre.
Aveva anche alcuni quesiti da porre a questo nano tutto nuovo:
1- Cos’hai da guardare?
2- Cosa vuoi da me?
3- Dove sono le istruzioni per l’uso (ce le ha il Minipimer perché tu no?)
4- Perché non sei rimasto dentro che stavamo tanto bene?
E poi Elasti-mamma piangeva. Piangeva quando mangiava, piangeva quando gli cambiava il pannolino, piangeva quando andava a dormire, piangeva quando lui piangeva. Piangeva sempre. E si sentiva un’idiota. “Sarà normale?” si chiedeva senza sosta.
Un giorno, dopo parecchio tempo, capì che era normale.
Perché avere un figlio è una delle imprese più eroiche che si possano compiere.
Perché avere un figlio è un salto nel buio, un tuffo in un’altra dimensione.
Perché avere un figlio cambia te e la tua visione del mondo.
Perché avere un figlio è una pazzia bella e buona, è un atto di amore e di egoismo, è una vertigine di onnipotenza, è un delirio di immortalità.
Perché avere un figlio è un atto di fiducia verso la vita e verso il genere umano.
E quando questo figlio arriva, minuscolo, inconsapevole e urlante, tu non sei l’eroina che avevi sognato, non sei la Lara Croft di Tomb Raider, bella, invincibile e pronta a conquistare il mondo. Quando la follia ha inizio, quando il gioco si fa duro, quando ti affacci su questa impresa titanica, sei sfinita, hai la pancia molle, i punti che ti tirano, un seno enorme da cui sgorga latte, gli ormoni impazziti e un marito/compagno/fidanzato con un sorriso ebete stampato sul viso.
A volte ricordarsi che sei donna e che un uomo, al posto tuo, non ce la farebbe mai, può essere d’aiuto. "
Tratto da "Nonsolomamma" di Claudia De Lillo.
Ebbene si.... SIAMO INCINTI!!! A fine febbraio saremo in Tre.
1° mese (da 0+0 a 4+3 settimane)
2° mese (4+4 - 8+5 settimane)
3° mese (8+6 - 13+1 settimane)
4° mese (13+2 - 17+4 settimane)
5° mese (17+5 - 21+6 settimane)
6° mese (22+0 - 26+2 settimane)
7° mese (26+3 - 30+4 settimane)
8° mese (30+5 - 35+0 settimane)
9° mese (35+1 - 40 settimane)
2° mese (4+4 - 8+5 settimane)
3° mese (8+6 - 13+1 settimane)
4° mese (13+2 - 17+4 settimane)
5° mese (17+5 - 21+6 settimane)
6° mese (22+0 - 26+2 settimane)
7° mese (26+3 - 30+4 settimane)
8° mese (30+5 - 35+0 settimane)
9° mese (35+1 - 40 settimane)
01 novembre 2009
Isn't she lovely?
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